Biopsia prostatica
La biopsia prostatica è una procedura indispensabile qualora vi sia un sospetto di patologia prostatica, in seguito al riscontro di un’esplorazione rettale dubbia o di un PSA aumentato.
Viene eseguita in anestesia locale. Durante l’ecografia prostatica transrettale si inietta l’anestetico in sede periprostatica, quindi con un ago idoneo si eseguono da 12 a 24 prelievi della ghiandola prostatica. La manovra può comportare un leggero dolore, anche se effettuata con anestesia locale.
CI sono importanti procedure di preparazione da rispettare: la sera prima o la mattina della manovra è necessario eseguire un clistere di pulizia, un’ora prima dell’esame va iniziata una profilassi antibiotica da proseguire per 5 giorni.
La tecnica ecoguidata consente in genere di ottenere prelievi nelle sedi volute ed in quantità sufficiente a porre la diagnosi. Come tutte le procedure diagnostiche anche la biopsia prostatica è gravata da falsi negativi: cioè la possibilità di non ottenere una diagnosi istologica di tumore anche in presenza dello stesso. Nei casi negativi sarà lo specialista a decidere se e quando ripetere l’esame in base alla situazione clinica.
I rischi più comuni di questo intervento sono episodi di sincope o lipotimia. Le emorragie sono generalmente lievi e incidono per un 20% circa: si manifestano con presenza di sangue nello sperma e/o nelle urine e/o sanguinamento rettale può essere osservato (in forma lieve) anche per 15 giorni. L’edema della ghiandola prostatica può causare raramente ritenzione acuta di urina con la necessità di posizionamento di catetere vescicale. In alcuni casi possono manifestarsi complicanze infettive: prostatite, orchiepididimite, cistite, cistopielite, sepsi.
Cistoscopia
La cistoscopia è un esame diagnostico endoscopico che permette l’ispezione visiva delle pareti della vescica, del collo vescicale, dell’uretra e dei meati ureterali usando uno strumento detto cistoscopio.
Si esegue quando c’è il sospetto della presenza di un tumore vescicale o polipo.
Di solito è sufficiente lubrificare l’uretra con gel lubrificante che contiene dell’anestetico.
Il cistoscopio viene introdotto nell’uretra e risale sino a raggiungere la vescica che viene distesa con soluzione fisiologica per ispezionarne le pareti.
Nel caso in cui la situazione il medico lo ritenesse indispensabile, è possibile anche eseguire prelievi di tessuto, che verrà inviato in Anatomia Patologica per esame istologico.
La durate dell’esame varia da 5 a 20 minuti a seconda dei casi.
Prima di eseguire l’esame è consigliabile una copertura con antibiotici (profilassi).
I rischi più comuni di questo intervento sono le infezioni (urosepsi, epididimiti, etc) e l’ematuria, un eccessivo traumatismo dell’uretra e quindi possibili stenosi uretrali, evento questo molto raro.
Circoncisione/Frenuloplastica
Consiste nella rimozione più o meno completa de prepuzio (cute che riveste il glande).
L’indicazione più frequente è la fimosi, cioè un restringimento del prepuzio tale da impedire o rendere particolarmente difficoltosa e dolorosa la scopertura del glande. Spesso può coesistere anche la brevità del frenulo. Altre indicazioni sono date dalle lesioni sospette della cute prepuziale. Infine alcuni soggetti possono avere motivi religiosi per eseguire una circoncisione.
L’intervento chirurgico di circoncisione viene generalmente effettuato in anestesia locale mediante iniezione alla base del pene di farmaci anestetici.
L’intervento dura circa 30 minuti; alla fine dell’intervento il pene viene fasciato lasciando scoperto il meato uretrale per rendere possibile la minzione.
Le possibili complicanze di questo tipo di intervento sono rappresentate da sanguinamento, dolore, formazione di ematoma, infezioni, rimozione eccessiva o insufficiente di cute prepuziale, risultato estetico poco soddisfacente, cambiamento delle sensibilità durante il rapporto sessuale.